Luca Venturini • Senior Manager Corporate Strategy - Accenture
“Parmacotto Group ha intrapreso una sfida che mira a generare opportunità, sia per il presente che per il futuro: la riduzione dell’impatto ambientale. Sono molto contento di contribuire alla definizione di questo percorso che prevede azioni concrete.”
Il nostro Pianeta è sempre più caldo, il 2021 ha registrato una
temperatura media superiore di 1.11° gradi rispetto alla media
preindustriale, avvicinandosi all'incremento di un grado e mezzo
identificato dalla comunità scientifica come soglia critica del
cambiamento climatico.
COP26, la conferenza svoltasi a Glasgow
nel mese di novembre 2021, ha visto dei passi avanti, in particolare per
ciò che riguarda la disponibilità dei fondi da investire nella lotta al
cambiamento climatico, così come il riconoscimento chiaro della
necessità di stoppare centrali a carbone il prima possibile e di
accelerare la transizione energetica, ma ha anche sottolineato la
difficoltà di coordinare azioni tra Paesi caratterizzati da diversi
sistemi economici e livello di sviluppo.
Dal mio punto di vista
la novità più interessante è rappresentata dalla consapevolezza delle
imprese di dover agire in prima persona. È necessario impegnare le
proprie risorse per garantire un futuro al nostro Pianeta. Questa
consapevolezza del proprio ruolo parte dal riconoscimento
dell'innovazione come fattore fondamentale per bloccare il cambiamento
climatico e dalla disponibilità a combinare obiettivi di lungo periodo
ed azione.
Di sicuro un contributo fondamentale al cambiamento climatico deriva
dalla digitalizzazione, dalla capacità di trasformare dati in
informazioni a valore aggiunto e di non sprecare risorse, di disegnare
ecosistemi circolari e di generare valore a 360°.
Ma cosa deve
fare un'impresa per ridurre le proprie emissioni e sostenere il
cambiamento? Lo step zero consiste nel capire e quantificare il proprio
impatto carbonico, guardando le emissioni dirette ed indirette (scope 1,
2 e 3). Il primo passo parte con la definizione degli obiettivi di
lungo periodo e di una roadmap fatta di azioni concrete sul breve e
medio periodo, sui propri asset, installando rinnovabili ove possibile,
sui contratti di fornitura attivando PPA, sulle proprie linee
produttive, azzerando gli sprechi, sulla propria supply chain, per
aiutare i propri fornitori e il mercato a valle a lavorare in ottica
circolare. Se pensiamo che hanno aderito a Science Based Targets imprese
equivalenti al 20% della capitalizzazione di tutte le borse mondiali -
in Italia meno di quaranta imprese fanno parte di questo club - ci
rendiamo conto di quanto sia opportuno spingere sull'acceleratore!
Se
guardiamo alla performance delle imprese che hanno deciso di fissare
"Obiettivi Science Based", Parmacotto Group ha dimostrato di essere
capace di tagliare le proprie emissioni del 25% in cinque anni, facendo
utili e aumentando il proprio fatturato, mentre le emissioni globali
sono aumentate del 3.4%. A dimostrazione che, chi agisce ed è capace di
muoversi, riesce a raccogliere nuove opportunità di business e attrarre
talenti e risorse in linea con le proprie aspirazioni. Chi invece decide
di giocare una battaglia di retroguardia è condannato a un più o meno
lento declino.