"Un imballaggio cartaceo, una volta assolta la sua funzione primaria, può prendere nuova vita ed essere riciclato. Quando si ha la possibilità di utilizzare un flusso di riciclo virtuoso come la carta, perché non farlo?"
Obiettivi del progetto
Quali sfide presenta il mercato dell’imballaggio?
La direzione del mercato è quella di andare sempre di più verso materiali sostenibili e rinnovabili: la grande sfida riguarda come trasformare un’ottima idea da laboratorio in scala industriale. Gli imballaggi devono assolvere prima di tutto a una caratteristica tecnica e tecnologica in termini di shelf-life, di protezione del prodotto stesso e del consumatore, evitando lo spreco alimentare, che da solo genera circa il 10% delle emissioni globali di gas serra. Sotto questo punto di vista, la conservazione delle carni rappresenta ancora oggi uno dei mercati più complessi: chi fa il nostro mestiere deve rispettare questa esigenza per poi progettare l’imballaggio in modo tale che possa essere riciclato correttamente.
L’innovazione riguarda tutta la filiera?
La sostenibilità è un discorso di tutti ed esiste nel momento in cui tutti gli anelli della catena sono interconnessi l’uno con l’altro. Dobbiamo essere focalizzati sulla stessa logica: lo sforzo di progettare un imballaggio sostenibile e lanciarlo sul mercato rischia di essere vanificato se non abbiamo un consumatore attento e informato o infrastrutture capaci di ospitare la raccolta differenziata per poi inviare gli imballaggi al corretto riciclo. L’intera filiera deve essere tutta sullo stesso livello. Tutti siamo chiamati a fare la nostra parte.
Cosa si intende per eco-pack?
In Italia gli imballaggi in carta e cartone hanno raggiunto un tasso di riciclo del 87%, anticipando l’obiettivo fissato dall’Unione Europea per il 2030 del 85%. Un imballaggio in materiale cartaceo, una volta assolta la sua funzione primaria, può prendere nuova vita ed essere riciclato diverse volte. Quando si ha la possibilità di utilizzare un flusso di riciclo virtuoso come quello della carta, perché non farlo? Parmacotto ha deciso di concentrare le proprie energie su questo. Il nostro contributo è incentrato sulla parte del pack che riguarda la membrana, per cui la grande sfida iniziale è stata la trasparenza. Nel mondo dei salumi e affettati la membrana è sempre stata concepita dai consumatori come oggetto trasparente: deve permettere di vedere quello che si sta comprando. Così ci siamo chiesti: "E se fosse solo parzialmente trasparente?"
Che tipo di soluzione avete individuato?
Abbiamo trovato una soluzione che premiasse la riciclabilità della membrana. Una volta sviluppato il layer di carta, abbiamo creato un accoppiato che rientra nelle categorie previste dal CONAI di conferibilità nella carta, quindi con una percentuale prevalente di cellulosa. Chi ricicla questo materiale, può separare le fibre contenute nell’imballaggio dalle plastiche residue. Il pack può diventare qualcos’altro. Stiamo parlando di qualcosa che nella categoria non esisteva. Ci vuole coraggio per portare un’idea che rompe gli schemi del passato. Questo è un imballo che, a parità di condizioni (shelf-life - utilizzo sulle linee di confezionamento), sposta la priorità sul focus del riciclo.
Riciclo e riforestazione sono una cosa sola?
Quando si utilizza carta certificata, non solo si sta dando un contributo all’ambiente attraverso il riciclo, ma anche alla riforestazione. Le carte certificate FSC o PEFC contribuiscono alla crescita di un polmone verde che oggi in Europa è in continua espansione. Oggi, per ogni albero utilizzato, se ne piantano da tre a cinque. In questo senso il nostro è uno stream sostenibile, perché da monte a valle il prodotto sul mercato si avvalora di catene certificate.
La sostenibilità ha un costo?
Per sposare la transizione ecologica ci vuole del tempo. La sostenibilità, per essere tale, richiede costi in infrastrutture, ricerca, tempo di implementazione. Tutto deve rientrare in una logica industriale. Non può esistere una sostenibilità basata solamente su un approccio emozionale. La sostenibilità esiste se dimostrata e certificata da numeri, ricerca e investimenti. Per tutti questi motivi la sostenibilità ha un costo. Per chi fa packaging, per le aziende stesse e di conseguenza anche per il consumatore finale. È una questione di priorità. La sostenibilità rappresenta un costo a cui tutti siamo chiamati a contribuire.
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